S. Osvaldo, Castelrotto
S. Osvaldo è una frazione del comune di mercato di Castelrotto. La borgata è situata a sud di Tagusa ad un'altitudine di circa 750 metri sul livello del mare e conta circa 140 abitanti (al 31.12.2023: 140 abitanti). Il centro abitato si estende con i suoi declivi in direzione della Valle Isarco ed è circoscritto dal piccolo ruscello di Castelrotto e dalla spettacolare cresta rocciosa del Percoll.
S. Osvaldo – in tedesco St. Oswald – può essere raggiunta percorrendo la stretta e in parte ripida via che si dirama dalla strada Ponte Gardena – Castelrotto. Chi proviene dalla direzione opposta può anche imboccare la strada per S. Osvaldo che si dirama dal lato sud della piazza del mercato di Siusi allo Sciliar.
S. Osvaldo ieri e oggi
Si presume che l'area di S. Osvaldo sia stata insediata già duemila anni prima di Cristo. Vari insediamenti preistorici (come ad esempio il Deckerbühel e l’Heidenbühel nei pressi del Porzner nonché il Buhinbühel o il Lafogler) sono infatti considerati come indizi di questo longevo insediamento dell'attuale frazione di S. Osvaldo.
S. Osvaldo è di per sé un posto molto tranquillo e poco frequentato dal turismo. Il verde paesaggio circostante mette in risalto l’intatta naturalezza del luogo e oggi è pertanto facile figurarsi come gli abitanti di S. Osvaldo eseguivano solo con l'aiuto delle loro mani le varie attività agricole, quali ad esempio la fienagione, la viticultura e il lavoro nelle stalle e nei fienili. Oggi anche S. Osvaldo si serve, tuttavia, dei vantaggi della “tecnologia”. Il lavoro sui campi viene ormai eseguito principalmente con falciatrici e trattori. L'industria lattiero-casearia rappresenta oggi un'importante fonte di reddito per S. Osvaldo. Questa evoluzione ha tuttavia determinato la sparizione dei campi di grano.
S. Osvaldo è la meta ideale per chi cerca una vacanza in un luogo ancora “originale” e lontano dallo stress quotidiano. S. Osvaldo offre le migliori condizioni per una “vacanza in agriturismo” in un ambiente meraviglioso e con garanzia di una pace assoluta.
Il museo di S. Osvaldo
Nel Tschötscherhof sono ancora esposte le attrezzature agricole dei “vecchi tempi”. Il Tschötscherhof è un antico maso risalente a 500 anni fa e il suo proprietario ha realizzato una mostra che racconta ai visitatori dell’altipiano dello Sciliar la vita e la fede dei contadini di Castelrotto, così come lo erano diversi secoli fa. Gli interessati possono facilmente rendersi conto che la vita dei contadini di Castelrotto era tutt’altro che facile.
Il materiale espositivo consiste tra l’altro in vecchie macchine agricole, utensili domestici e artigianali e attrezzature per la produzione di lana. Il museo è aperto al pubblico da giovedì a martedì nel periodo compreso tra marzo e novembre.
La chiesa di S. Osvaldo
Questa frazione di Castelrotto ha preso il nome dalla chiesa locale dedicata a Sant’Osvaldo. Sant’Osvaldo è stato sovrano della Britannia. Si racconta che un corvo abbia portato l'anello di fidanzamento alla sua sposa. Sant’Osvaldo fu ucciso a causa della sua fede.
La chiesa è stata eretta in epoca romanica. L'attuale decorazione ad affresco della chiesa risale al periodo gotico, durante il quale la chiesa venne ristrutturata per opera delle famiglie di Selva di Val Gardena. La chiesa è stata restaurata negli anni '70. I lavori di restauro hanno portato alla luce attrattivi dipinti attribuiti alla bottega di Leonardo da Bressanone. Chi ha l'opportunità di visitare la chiesa dall'interno, non dovrebbe perdere tale occasione. La chiesa è molto ben conservata. L’interno è dominato dalla pala dell'altare maggiore. Il dipinto ad olio è opera del pittore Franz Sebald Unterberger e risale alla prima metà del XVIII secolo.
Nelle immediate vicinanze della chiesa si trova un laghetto che, insieme alla chiesa, alla Punta Santner ed alla Punta Euringer, forma la scena ideale per una stupenda fotografia e che funge spesso e volentieri da panorama di sfondo di foto pubblicitarie.
Il maso Fuschghof a S. Osvaldo
Per i fan del gruppo “Kastelruther Spatzen” il Fuschghof nella frazione di S. Osvaldo è il maso più famoso della regione dello Sciliar. Norbert Rier, il cantante e leader del gruppo Kastelruther Spatzen, abita infatti qui con la sua famiglia.
Soprattutto nei periodi in cui i Kastelruther Spatzen danno un concerto nel loro paese natale, i fan attirati dal gruppo nella regione dello Sciliar vanno volentieri a visitare il leader degli “Spatzen” nel suo Fuschghof.
Rovine di Castel Rovereto (Burgruine Aichach)
Nella regione dello Sciliar sono presenti tre antichi ruderi, uno dei quali si trova a S. Osvaldo. Le rovine di Castel Rovereto, situate in posizione celata alle spalle di un maso, offrono una splendida vista sulla Punta Santner e sul retrostante massiccio dello Sciliar – vedere l’apposito articolo di approfondimento: Rovine di Castel Rovereto
Il Pflegerhof
Il Pflegerhof è situato esattamente accanto alle rovine di Castel Rovereto. La coltivazione di erbe biologiche ha reso noto questo maso ben oltre i confini della regione dello Sciliar. Alcuni reportage televisivi sul Pflegerhof e sull’agricoltrice Martha Mulser trasmessi dalle televisioni europee hanno incrementato considerevolmente il grado di notorietà del Pflegerhof, noto ormai come il “maso delle erbe”.
La coltivazione delle erbe aromatiche ebbe inizio già nei primi anni '80. Le erbe venivano coltivate dapprima su una piccola area dei terreni agricoli del Pflegerhof. Nel frattempo la coltivazione si estende su una superficie di ben cinque ettari. Gli interessati possono informarsi sulla coltivazione delle erbe aromatiche e sulle circa 80 differenti specie coltivate presso il Pflegerhof, partecipando a una visita guidata; tali visite vengono offerte, previo accordo, nei mesi da maggio a ottobre.
Nel 2002 la signora Martha Mulser, proprietaria del Pflegerhof, è stata premiata con il titolo di “Sudtirolese dell'anno”. Con questo titolo e/o riconoscimento Martha Mulser è stata premiata dalle lettrici e dai lettori della rivista “Die Südtirolerin” per la creazione della sua azienda agricola modello.
Buche di ghiaccio
A S. Osvaldo si può osservare anche un singolare fenomeno naturale, ossia le cosiddette buche di ghiaccio. Le buche di ghiaccio sono generate da correnti d'aria fredda che fuoriescono dalle fessure delle rocce e fluiscono poi a poca distanza dal suolo, generando così notevoli differenze di temperatura in un’area limitatamente circoscritta. In esse si registrano temperature molto rigide anche in piena estate. Nelle buche di ghiaccio dimorano e prosperano fianco a fianco e in piccoli spazi le più svariate specie di piante appartenenti a diverse fasce vegetazionali.
Le buche di ghiaccio sono situate nel prato denominato “Madrunglfuchsboden”.